foto laghetto della costa

Il Sito transazionale, iscritto nella Lista del Patrimonio mondiale dal 2011, si estende sui territori di sei paesi (Svizzera Austria, Francia, Germania, Italia e Slovenia), e comprende una selezione di 111 villaggi palafitticoli ritenuti i più interessanti tra i circa 1000 siti noti. Esso è composto dai resti di insediamenti preistorici databili fra il 5000 e il 500 a.C. Si tratta di siti spondali ubicati sulle rive di laghi o di fiumi oppure in torbiere che hanno consentito un’eccellente conservazione dei materiali organici.
Le 19 aree archeologiche selezionate sul territorio italiano sono dislocate in cinque regioni: Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.
In particolare, l’insediamento perilacustre del Laghetto della Costa occupa la riva sud occidentale del bacino, come hanno evidenziato gli scavi archeologici condotti negli anni 1885-86, 1901 e 1909 da Federico Cordenons e nel 1906 da Alfonso Alfonsi, con abitazioni palafitticole principalmente del tipo su bonifica, descritta dagli scavatori come costituita da “impalcati” di grosse travi in legno di quercia, accostate una all’altra e sostenute da pali infissi nel limo lacustre, costipati con rami di varie dimensioni e grosse pietre. I piani pavimentali erano costituiti da assiti lignei, sui quali era alloggiato il focolare domestico isolato dal pavimento da un sottofondo di lastre di pietra.
La fasi maggiormente rappresentate sono quelle risalenti all’antica e media età del Bronzo, tra XXIII e il XV secolo a.C. A questo periodo risalgono,ad esempio, i numerosi boccaletti a profilo ovoidale o troncoconico d’impasto ceramico nero e i manufatti in osso corno.
Il laghetto era anche noto come il “lago delle sette fontane”, per la presenza di numerose fonti fredde, calde, salate e solforose che lo alimentavano. Probabilmente un episodio delle “Ultime lettere di Jacopo Ortis” è ambientato proprio in questo luogo poiché viene descritta una passeggiata di Jacopo e Teresa “lungo la riva di un fiumicello sino al lago de’ cinque fonti”.
Intorno al sito nacquero molte leggende e dicerie popolari, legate soprattutto all’aspetto misterioso che assume nella stagione invernale quando il fumo prodotto dal vapore delle sue acque calde lo ricopre di un alone suggestivo.
Il laghetto, circondato da brevi canneti, si trova nella valle tra i Monti Calbarina e Ricco che gli fanno da sfondo, ed è raggiungibile percorrendo una derivazione della S.S. n. 16.
Attualmente il Piano di Gestione del Sito è in corso di redazione.

L'attività di coordinamento è svolta dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Regione Lombardia: www.archeologica.lombardia.beniculturali.it

 

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