amerigo vespucci

Il Regio Legno Amerigo Vespucci, progettato dal Tenente Colonnello Francesco Rotundi e costruito dal Regio cantiere di Castellamare di Stabia, solca i mari dal 1931. 
Varato il 22 febbraio 1931, con l’avvenente e giovanissima Elena Cerio, figlia del direttore del cantiere navale, in veste di madrina, e accompagnato dal motto “Per la Patria e per il Re”, è sempre stato e continua a essere straordinariamente elegante e possente: a novantun’anni compiuti, il Vespucci è ancora la più bella nave del mondo, tanto che in mare continua a ricevere la precedenza come segno di omaggio e di rispetto.
Lunga più di 100 metri e larga quasi 16, con una stazza che supera le 4000 tonnellate e una velocità di oltre 10 nodi a motore che può arrivare a 14 nodi con un buon vento dai settori poppieri, Nave Vespucci sfoggia l’eleganza antica del legno ma ha lo scafo interamente in acciaio, così come la parte inferiore e centrale dei 3 alberi. Ha una superficie velica di oltre 2700 mq quando apre tutte le sue 26 vele, quadre e di taglio, realizzate in tela olona manovrate grazie a un complesso di oltre 30 km di cordame in fibra naturale. Ha un sistema di propulsione e generazione integrato Diesel – Elettrico, ponti ricoperti di teak e porte di mogano, a cui si aggiungono molti elementi in ottone degli anni 30. Questo è il Vespucci, l’emblema della Marina Militare Italiana e del Paese intero. 
In plancia è a disposizione il sestante ma c’è anche il GPS, la cartografia elettronica e tutti gli strumenti di comunicazione tecnologici più avanzati, perché il Vespucci è storia, è attualità ed è futuro. Le manovre delle vele, la messa a mare delle imbarcazioni minori (ben 11 a bordo) e il recupero dei cavi d’ormeggio, vengono eseguiti rigorosamente con la forza delle braccia dall’Equipaggio, con ordini impartiti dal Comandante e tradotti dal Nostromo ai nocchieri e agli Allievi Ufficiali con il tradizionale linguaggio dei “fischi”. La Marina Militare ritiene che l’istruzione degli Ufficiali debba essere ancora affidata a navi a vela per massimizzare il contatto con gli elementi della natura evitando che un eccessivo ricorso alla tecnologia comprometta la buona reputazione degli equipaggi italiani, da sempre consapevoli che prima, dopo e nonostante tutto a comandare è il mare.
Sul Vespucci vengono preservate anche le tradizioni e le antiche cerimonie: l’imbarco e lo sbarco di un ufficiale, per esempio, avvengono con gli onori al barcarizzo.
Il Vespucci è stato, e continua a essere, ambasciatore dell’Italia, della nostra arte, della nostra cultura e della nostra ingegneria navale.

Imponente ed elegante, il Vespucci è uno scrigno di bellezza: entrare nella Sala Consiglio significa immergersi in un’atmosfera degna di un film, tra mobili in stile liberty che profumano di storia e di importanti trattati, di incontri istituzionali e di passioni. Colpiscono l’argenteria, i quadri portati in salvo dal Colombo (veliero quasi gemello anche se di dimensioni più piccole), l’incredibile vasca da bagno nella cabina dell’Ammiraglio e il giardinetto “sospeso” sul mare, che non teme il confronto con alcun terrazzino presente sulla terra ferma.
Partito dal porto di La Spezia il 23 maggio u.s., il Vespucci ospita, in periodo ordinario, un equipaggio di 264 persone tra Ufficiali, Sottufficiali, Graduati e Marinai, arrivando a oltre 400 presenze durante il periodo della Campagna d’Istruzione in favore degli Allievi Ufficiale al termine del primo anno di studi in Accademia. La presenza femminile è significativa: supera il 15%.
A bordo del Vespucci si forgiano i futuri dirigenti della Marina Militare che “Saldi nella furia dei venti e degli eventi” (come recita il motto che ha accompagnato il veliero dal 1946 al 1978), diventano davvero marinai, imparano ad amare il sole negli occhi, il vento in faccia e il sale sulla pelle. Soprattutto, le donne e gli uomini che vivono il Vespucci imparano a sacrificare il bene del singolo per il bene della comunità, che in questo caso si chiama equipaggio.
“Il vero motore dell’Amerigo Vespucci è l’equipaggio – ha detto il Comandante Massimiliano Siragusa, padovano d’adozione – Sono donne e uomini innamorati del mare e appassionati del loro lavoro, sempre pronti ad aiutarsi e a supportarsi: non si deve dimenticare che qualsiasi nave è come una piccola città ma con spazi molto più compressi. La condivisione è inevitabile e, perché tutto funzioni, è necessario che ogni marinaio svolga con attenzione e in modo efficiente il compito che gli è stato assegnato. Dal 1978, il nostro motto è “Non chi comincia ma quel persevera”: dare inizio a un percorso, a un’esperienza, è fondamentale, ma è essenziale perseverare con costanza e tenacia perché solo in questo modo si possono raggiungere gli obiettivi prefissati. La Marina Militare offre tantissime possibilità – ha concluso il Comandante – A bordo di una nave servono medici, ingegneri, amministrativi, meccanici, elettricisti, motoristi, nocchieri, segretari, infermieri, cuochi e molte altre figure specializzate. Si possono trovare grandi soddisfazioni arruolandosi, prova lo sono i sorrisi che vedo dipingersi sul volto dei miei marinai e che porterò con me al termine della mia esperienza di Comandante di questa Nave assolutamente unica”
A bordo del Vespucci ogni elemento di organizzazione ha il suo compito che svolge con serietà, passione, efficienza ed efficacia. La navigazione, le telecomunicazioni e la meteorologia sono di competenza del Servizio Operazioni; le operazioni di ormeggio e disormeggio, la gestione delle vele e delle imbarcazioni minori sono proprie del Servizio Marinaresco; il controllo e la manutenzione dell’apparato motore, dell’integrità dello scafo e della distribuzione di energia alle utenze elettriche sono gestiti dal Servizio Sistema Nave; il Reparto Armi ha in consegna fucili e pistole e provvede ad addestrare personale selezionato per impiegarle in caso di necessaria autodifesa, in mare e in porto; la gestione del personale è della programmazione delle attività giornaliere è in capo al Servizio Dettaglio; le pratiche amministrative, il confezionamento dei pasti e gli aspetti legati a rifornimenti di vario genere sono incombenze del Servizio Amministrativo-Logistico, mentre il Servizio Sanitario si occupa della salute del personale a bordo.

“Profuma di mare e racconta storie di avventure di altri tempi, eppure è estremamente attuale. È elegante nelle forme e affasciante in ogni singolo dettaglio, orgoglio ed emblema nazionale, il Vespucci oggi è rappresentato da un eccezionale padovano d’adozione, il Capitano di Vascello Massimiliano Siragusa – ha detto Fabio Bui, presidente della Provincia di Padova – Ringrazio il Comandante per avermi permesso di visitare la nave più bella del mondo: ho avuto il privilegio di percepire l’essenza delle imprese che questo straordinario veliero ha compiuto nella storia e di carpire di quante ancora si renderà protagonista.”
Sicuramente il Regio Legno Amerigo Vespucci ha ancora tanta storia da scrivere e tanto mare da solcare, sarà ancora per molto tempo ambasciatore d’Italia e orgoglio del nostro Paese. Saprà ancora entusiasmare ed emozionare generazioni di marinai, coscienti che a fare la differenza sono sempre e solo donne e uomini valorosi, coraggiosi e determinati.

27/05/2022