Fabio Bui presidente della Provincia di Padova

Martedì 2 giugno, si sono svolte le celebrazioni del 74° Anniversario di fondazione della Repubblica Italiana.

La cerimonia istituzionale a Padova ha avuto luogo in Piazza dei Signori con l’Alzabandiera, la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica e gli interventi delle Autorità.

Alla cerimonia era presente il presidente della Provincia di Padova Fabio Bui.

"Nel suo ultimo discorso ai gruppi parlamentari del 28 febbraio 1978, Aldo Moro disse “Se fosse possibile saltare questo tempo e andare direttamente a domani, credo che tutti accetteremmo di farlo, ma non è possibile. Oggi dobbiamo vivere, oggi è la nostra responsabilità. Si tratta di essere contemporaneamente coraggiosi e fiduciosi, si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato con tutte le sue difficoltà…Camminiamo insieme perché l’avvenire appartiene in larga misura ancora a noi”.

Sono parole che ritornano forti nella mente in questi giorni difficili per tutti. Vorrei soffermarmi su quel “camminiamo insieme” perché sono convinto che non ci sia un’altra strada per venirne fuori. Dobbiamo restare uniti come fecero i nostri padri costituenti, dobbiamo rileggere quelle pagine come faro per la sfida che ci attende dopo l’emergenza sanitaria di questo 2020.

L’Italia del 25 aprile 1945 era un’Italia in macerie, piegata da profonde lacerazioni civili e umane. Poco più di un anno dopo, il 2 giugno 1946, i cittadini preferirono la Repubblica alla Monarchia ed elessero l’Assemblea costituente, dando il via a un’opera di ricostruzione morale, istituzionale, politica e anche materiale che ci ha regalato decenni di prosperità, ricchezza, libertà ed etica. Non vinsero le logiche da regolamento di conti, vinse l’unità e la voglia di fare. Siamo il Paese che uscì in ginocchio dalla guerra, ma è ripartito a testa alta diventando uno dei fondatori dell’Unione Europea e tra le prime potenze economiche del mondo.

Questa è la nostra storia, una storia scritta dai padri costituenti, ma anche e soprattutto dai cittadini e dalle cittadine che fecero la loro parte in tutti gli ambiti del vivere civile: scuola, famiglia, lavoro, istituzioni. Fu senza dubbio un nuovo rinascimento democratico che, voglio ricordarlo, partì con una grande conquista: il 2 giugno 1946 segna il primo voto a suffragio universale, il primo voto aperto quindi anche alle donne che mai avevano potuto esercitare questo diritto prima.

Nei ruoli che contano servono menti libere, illuminate e con la schiena dritta perché dobbiamo evitare che gli aiuti finiscano nelle mani di poteri corrotti, mafie e illegalità. Penso ad esempi come Silvia Curione, giovane Pm italiana che a 39 anni è riuscita a scardinare un intero sistema di potere basato su corruzione e intimidazioni. Penso alla sfida della scuola: per settembre serve un progetto per l’istruzione e l’educazione che non lasci indietro nessuno, dai bambini agli adolescenti. Penso ai cittadini di Vo’ che hanno dato ampia prova di fiducia e rispetto civico e meritano un riconoscimento al valore civile.

Ci aspettano mesi durissimi, dove ognuno deve fare la sua parte. Moltiplichiamo questi esempi, riprendiamoci l’alto valore delle Istituzioni, della storia della Repubblica italiana e dell’etica politica incarnata nella nostra bellissima Costituzione. Rispettiamo le regole per difendere e onorare gli sforzi dei sanitari, dei medici, di quanti hanno combattuto e perso la vita. Rimbocchiamoci tutti le maniche come hanno fatto le mamme e i papà, le maestre e gli insegnanti, i volontari, imprenditori, lavoratori e anche quei ragazzi che hanno continuato a fare il loro dovere di studenti nonostante le difficoltà. Se non vogliamo rivedere certe immagini poco edificanti, dobbiamo rifondare la nostra comunità sul merito, sulla cultura, sull’educazione e sul lavoro. Togliamoci dalla testa che qualcuno ci regali qualcosa o che arrivi il condottiero capace di fare miracoli. Ognuno di noi ha un nome, un cognome e un ruolo. Con le nostre azioni quotidiane scriveremo la storia dell’Italia che verrà. È la storia che leggeranno i nostri figli ai quali dobbiamo consegnare un Paese almeno pari a quello che ci hanno donato i nostri Padri costituenti. Buona Festa della Repubblica e W l’Italia."

01/06/2020