E’ di alcuni giorni fa la pubblicazione del consuntivo del bilancio dello Stato che certifica che nel 2018 il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha mandato “in economia” quasi sei miliardi di euro.
Un Paese senza investimenti in infrastrutture è un Paese da “codice rosso” e la peggiore delle scelte è quella di non scegliere, rinviare, non farsi trovare pronti al cambiamento.
Il dato pubblicato fa riflettere e in qualità di amministratore mi fa lanciare un appello al Governo e alla Regione Veneto. Abbiamo progetti pronti nei cassetti che non possiamo far partire e opere ferme o rallentate perché non giungono i finanziamenti, ma nel contempo i fondi disponibili a livello nazionale ci sono e non vengono spesi, anzi rischiano (almeno in parte) di essere cancellati dal bilancio.
Le procedure farraginose, la burocrazia asfissiante e le disfunzioni legate al Codice degli appalti ingessano un intero Paese. I criteri per rendere operativi i contratti sono lunghi e complessi e bloccano gli investimenti proprio sulle infrastrutture, settore capace di guardare al rilancio delle grandi opere come una formidabile leva di sviluppo economico, occupazionale e sociale.
Parto dall’idea che il futuro è oggi e senza infrastrutture non andremo da nessuna parte. Il mercato non perdona: avere strade, collegamenti aeroportuali, treni veloci, assi viari, fa la differenza tra un imprenditore che decide di insediare il proprio sito in un territorio anziché prediligerne un altro. Sulle opere e le infrastrutture ci giochiamo il futuro perché sono quelle che definiscono la competitività di un territorio e di un Paese e non possiamo perdere altro tempo.
Dobbiamo lottare per portare a casa investimenti e realtà imprenditoriali. Qualche mese fa, con 22 amministratori locali, abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa per chiedere alla Regione Veneto di trovare finanziamenti e progettare la bretella di collegamento tra la Sr308 e la Super Pedemontana Veneta (Spv).
Il protocollo d'intesa riguarda in particolare il completamento del tratto che va dallo svincolo di Loria alla Sr 308 "nuova Strada del Santo", lungo la direttrice della Spv Trento-Padova. Si tratta di un itinerario strategico per i collegamenti interregionali tra Veneto e Trentino, oltre che per quelli internazionali tra il Nord-Est italiano e i Paesi di lingua tedesca. Senza un collegamento adeguato, il rischio è che con l'apertura della Super Pedemontana il traffico congestioni anche le reti viarie locali con conseguente impatto sulla sicurezza e l'ambiente.
Questo documento è stato firmato dai rappresentanti dei territori veneti che producono la maggiore quota di Pil e rappresentano un punto di riferimento economico regionale ed europeo.
Il piano provinciale della Viabilità della Provincia di Padova, approvato dal Consiglio provinciale ancora nel 2012, indica priorità che, nel 2019 sono ancora su carta. Parlo del raddoppio della Sr 308, del potenziamento della Sr 47 e del completamento, nella Bassa, della Sr 10 da Carceri a Montagnana.
La Regione Veneto deve riaprire il confronto perché con l’apertura della Superpedemontana e in vista della nuova area ospedaliera di Padova Est, il rischio di collasso è concreto. Solo sulla Sr 308 si stima che il traffico possa aumentare da 45.000 a 80.000 veicoli di cui la maggior parte costituito da tir e camion. Ci sono poi ponti di collegamento (parlo in particolare di quello sul Brenta a Curtarolo lungo la Sr 47) che vanno rimessi in sicurezza per evitare ai Comuni e alla Provincia di dover adottare ordinanze di chiusura. Senza contare l’impatto sull’inquinamento e sulla sicurezza dei centri abitati.
Più attenzione merita anche la Bassa padovana che da troppo tempo aspetta il prolungamento da Carceri al casello autostradale della Valdastico Sud a Borgo Veneto per poi proseguire fino a Montagnana. L’appello che arriva dalle imprese e dal commercio è forte e la Provincia di Padova intende farlo proprio: il mondo gira, la competizione corre veloce. Un territorio che ci mette decenni per realizzare il raddoppio di 30 chilometri di strada (parlo della sola 308) rischia di essere espulso dal mercato.
Al Governo chiedo di accelerare la riclassificazione della Strada 47 Valsugana e della Regionale 10 con la cessione delle competenze rispettivamente da Provincia e Regione ad Anas, garantendo adeguate risorse finanziarie.
Padova ha le carte in regola per diventare un territorio “CON” - con le imprese, con le istituzioni, con i lavoratori, con i giovani, con le persone. Ma dobbiamo rimboccarci le maniche e sfoderare le nostre migliori energie. Non c’è più tempo, ed ogni ulteriore incertezza confermerà ai cittadini la scarsa lungimiranza nella programmazione di una politica delle infrastrutture, che rischia di isolare non solo tra loro le diverse specificità territoriali del Paese, ma la stessa intera Italia dall’Europa.
Fabio Bui
Presidente della Provincia di Padova