Si sono svolte a Padova, a Villa Giusti e in via VIII febbraio le celebrazioni per la Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate. Per la Provincia di Padova era presente il presidente Fabio Bui.

"É con vero onore - ha detto il presidente Bui - che partecipo qui come nuovo presidente eletto dai sindaci per la Provincia di Padova. Sento l’orgoglio e la responsabilità di rappresentare tutti i primi cittadini dei 102 Comuni padovani e di portare nel cuore i nomi e i cognomi scritti nei monumenti ai caduti che sorgono davanti ai nostri municipi. A loro e a chi oggi ha ereditato il difficile compito di difendere la nostra Patria nel mondo, va la nostra più profonda riconoscenza.
La storia dell’Unità nazionale d’Italia è stata scritta con il sacrificio di 650 mila giovani appena maggiorenni che lasciarono le case e i nostri borghi per sacrificarsi al fronte e in trincea. Non c’è paese, provincia, regione che non abbia pagato un pesante tributo di sangue e lutti alla Grande Guerra sigillando quel sentimento unitario che iniziò con il Risorgimento e si compì con l’Armistizio.
Ci sono momenti nella storia capaci di segnare cambiamenti simbolici ed epocali. Date che fanno da spartiacque tra un prima e un dopo. Il 3 e il 4 novembre fanno parte di quei momenti. Cento anni fa, alle 15.20, con la firma di Villa Giusti si chiuse uno dei due più sanguinosi capitoli del Novecento. E se cantiamo quell’inno nazionale che ci fa sorridere ed emozionare quando l’Italia dello sport vince e si veste del Tricolore, lo dobbiamo senza dubbio al valore di persone che hanno il volto dei nostri bisnonni e dei nostri nonni.
Le foto in bianco e nero che si vedono negli archivi, sono le immagini del nostro albero genealogico, sono la storia del cognome che portiamo e della famiglia dove siamo nati, sono i monumenti, le vie e le piazze del Comune dove viviamo. Insomma, siamo noi e le nostre radici, il libro del nostro passato e la bussola per il futuro.
Essere qui oggi a ricordare quegli eventi è una grande responsabilità per tutti noi. Nel giro di pochi anni, la rivoluzione tecnologica ha fatto crescere una generazione di ragazzi più abituati al mondo virtuale che a quello reale. Hanno un modo di comunicare diverso, ma hanno curiosità, voglia di sapere e di conoscere. Dobbiamo riuscire a risintonizzarci con loro, portarli nei luoghi della Grande Guerra, far capire che anche i ragazzi che partirono per il fronte avevano sogni e ambizioni non troppo lontani da quelli di un giovane di oggi. Una tra tutte era la pace.
E la pace, così come la libertà di pensiero, di sciopero, di protesta, sono conquiste costate la vita di chi ci ha preceduto. Ce lo hanno insegnato gli anni subito dopo la Grande Guerra con l’ascesa del fascismo. E ce lo stanno insegnando anche i delicati eventi di questi giorni: il nostro Paese ha ancora bisogno del senso etico, dei valori, dello spirito unitario che animò i cittadini di allora. Si stanno aprendo sfide che richiedono unione, richiedono nuova fiducia nel nostro essere italiani e una rinnovata voglia di impegnarsi per il bene della comunità. Serve una visione matura che rilegga la storia come monito: perché purtroppo non siamo lontani dai disequilibri che hanno portato allo scoppio di due guerre mondiali nell’arco di pochi anni. L’Europa conosce, a proprie spese, cosa voglia dire pensare ognuno per sé. L’Italia sa che il passo dal populismo alla dittatura è breve. La sofferenza e la distruzione provocata dalle due guerre ci danno gli anticorpi per rispondere con la buona politica alle difficili dinamiche nazionali e internazionali in atto.
I giovani hanno bisogno, soprattutto, di esempi. Per questo un sentito ringraziamento va all’Esercito italiano e a tutte le Forze Armate che tutti i giorni svolgono il proprio compito rendendo omaggio al valore della nostra storia. E rivolgo anche un personale ringraziamento al Comando Forze Operative Nord che in questi tre anni dedicati alle commemorazioni per il centenario, ha fatto davvero molto per coinvolgere le scuole e i ragazzi. Come Provincia abbiamo condiviso fin da subito l’obiettivo di raccontare la guerra per far capire cosa sia la pace. E con questo spirito saremo a fianco di tutte le iniziative che anche in futuro continuino a sensibilizzare cittadini e ragazzi su questo tema."

Dopo l’accensione della lampada votiva in memoria dei caduti per la Patria, sono stati resi gli onori ai caduti con la deposizione di tre corone d’alloro: davanti al Municipio, davanti all’Università di Padova e in via Oberdan

04/11/2018