Padova festeggia i lavoratori in Piazza dei Signori con la tradizionale manifestazione del 1 maggio organizzata da Cgil, Cisl e Uil alla quale ha partecipato il presidente della Provincia di Padova.

"Prima di ogni discorso credo che questa giornata  - ha detto il presidente della Provincia di Padova - sia giusto dedicarla innanzitutto alle vittime del lavoro che dall’inizio dell’anno sono già più di 100. A loro e ai loro familiari va il mio primo pensiero e la mia vicinanza.     
Il fenomeno delle morti bianche è una piaga che va assolutamente debellata, per questo, credo che la festa del 1° maggio rappresenti l’occasione per riflettere sul lavoro come valore fondamentale della persona e come elemento basilare della nostra società. 

Anche in un momento come quello che stiamo vivendo, un periodo in cui l’economia è sottoposta a forti pressioni, non ci deve essere alcun tentennamento nell’affermare che la dignità umana e la salvaguardia della vita dei lavoratori non possono mai essere subordinate alla ricerca del profitto.
È necessario, quindi, che la sicurezza sul lavoro diventi un valore diffuso, innanzitutto dal punto di vista culturale.

Il mercato del lavoro veneto conferma in questo inizio anno le tendenze mostrate sul finire dello scorso anno: crescita dell'occupazione, seppure in rallentamento, ma buon incremento dei posti di lavoro a tempo indeterminato e contrazione dei contratti a termine.     

Il tasso di disoccupazione in Veneto è sceso ed è tornato a livelli minimi, il 5,9% (è agli stessi livelli della Germania) contro un dato nazionale del 10,7%. 

La dinamica quindi si mantiene tendenzialmente positiva, seppure rallentata.

Anche le esportazioni hanno qualche numero incoraggiante, ma di sicuro non possiamo far gravare tutto il peso del nostro sviluppo sulle aziende che continuano ad operare sui mercati esteri. 

Nonostante tutto quindi la nostra economia, soprattutto nel Nord Est, è fatta da aziende ancora in salute che chiedono non solo di essere protette ma, di essere comprese, sostenute e favorite soprattutto dalle Istituzioni. 

Se e quanto la fase di crescita potrà continuare dipenderà in gran parte proprio dalla persistenza e dalla velocità del rallentamento tuttora in atto.     Non abbiamo situazione patologiche di occupazione, ma una concentrazione sulle qualifiche alte o basse mentre quelle medie stanno scomparendo.    C’è la  necessità quindi di far crescere quelle competenze che rispondano alle  richieste del mercato.
I dati ci dicono che in un caso su 4 domanda e offerta di lavoro non si incontrano e il disallineamento arriva al 26%; è un problema comune a tutta Europa, anche se in Italia si attesta sopra la media.

Il mercato del lavoro sta cambiando e gli attori in campo fanno fatica a stargli dietro, si viaggia a due velocità e su binari diversi.
Per questo la filiera della formazione è fondamentale. Da pochi anni si è resa obbligatoria l’alternanza scuola lavoro. E’ un aiuto per i giovani ad avvicinarsi all’occupazione, ad acquisire competenze che poi potranno sviluppare.Ecco,  questo è il messaggio che desidero rivolgere a loro, li esorto ad avere passione, attenzione e cura per la loro professione, la vita è fatta di lavoro e questo li accompagnerà per sempre.I capitali di un Paese sono certamente fatti dalla sua tecnologia, dai suoi patrimoni naturali e culturali, dai suoi mezzi finanziari ed economici, ma il primo capitale più produttivo e prezioso sono le persone, e tra queste i giovani. 

Il lavoro è ciò che lega e dà senso alle nostre relazioni. Tutti i giorni ci incontriamo, parliamo, cooperiamo grazie al nostro lavoro. 
Non possiamo pensare ad una nuova generazione che si abbandona al pensiero che ci si arricchisce in modo facile e veloce, magari con le nuove attività fatte solo di immagine e di un mondo virtuale.

Ma c’è un altro tema che mi sta a cuore e che ho sempre presente nella mia agenda: le infrastrutture. E’ la connessione tra le grandi aree che porta allo sviluppo. Pensiamo all’Alta Velocità: da Padova a Milano ci impieghiamo 2 ore mentre da Bologna a Milano si arriva in 50 m’. Siamo nell’epoca in cui ci vengono richiesti investimenti in mobilità, in infrastrutture, in intermodalità, in collegamenti di livello europeo.

E permettetemi a questo punto uno sfogo da presidente della Provincia, perchè non mi sta per nulla appassionando il dibattito tutto elettorale sulle provincie. 
Ancora una volta la discussione si sta interessando più agli aspetti di elezione dei presidenti e delle giunte, piuttosto che indicare il ruolo e le risorse da assegnare a questo ente affinche i nostri ragazzi quando entrano nelle aule non corrano il rischio che gli crolli il tetto in testa, o che i ponte crollino perché nessuno è competente o nelle possibilità di fare le manutenzioni. 
Per non parlare degli uffici del lavoro che una volta con le provincie (permettetemi di dirlo) funzionavano decisamente meglio.

Malgrado tutto dobbiamo avere  fiducia nella capacità di tenuta e nel dinamismo del nostro tessuto sociale ed imprenditoriale. E soprattutto, non deve mancare  la fiducia nella capacità dei nostri cittadini di farsi onore sul posto di lavoro. 

Nonostante le grandi trasformazioni subite dal mondo del lavoro, la sua inarrestabile frammentazione, le grandi incognite che si profilano per il futuro dei giovani dobbiamo cogliere l’occasione per tornare a quel primo articolo della nostra Costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.    

Un pilastro che va difeso anche con l’esempio di quanti al lavoro hanno dedicato la propria vita. 

Alla luce di questi valori, la situazione attuale può essere colta come l’occasione per ricollocare il diritto, la tutela e il rispetto del lavoro al centro del nostro sistema economico e della nostra convivenza civile.
Con uno sguardo che deve necessariamente essere rivolto al futuro solo puntando a fare sistema tra enti locali, parti sociali, categorie e istituzioni si potrà uscire da una situazione delicata sotto il profilo economico e sociale.  Ce la possiamo fare, ce la dobbiamo fare! Buon Primo maggio a tutti!"

01/05/2019