foto partecipanti al tavolo

Sindaci riuniti nella sede di piazza Bardella della Provincia di Padova per adottare una linea comune, uniformare le informazioni e fare chiarezza per affrontare al meglio l’emergenza Coronavirus. Il tavolo è stato convocato dal presidente della Provincia di Padova Fabio Bui, per dare una risposta ai primi cittadini nella gestione della situazione. “Stiamo affrontando un’emergenza sconosciuta – ha detto Fabio Bui – per cui non c’è un protocollo ben preciso. I messaggi che devono uscire devono essere chiari e tempestivi. Come Provincia di Padova ci siamo messi a disposizione per coordinare questo tavolo e speriamo di riuscire a creare un canale unico di informazioni per i sindaci. Non è il primo incontro e ne serviranno altri perché le decisioni vanno tarate di giorno in giorno. Le disposizioni devono provenire dalle autorità sanitarie e regionali con provvedimenti chiari e scritti. Probabilmente l’emergenza proseguirà anche nei prossimi giorni, proponendoci magari casi nuovi. Solo in questo modo riusciremo a dare ai nostri cittadini un messaggio corretto e uniforme in tutto il territorio perché i sindaci sono il front-office dei cittadini, quindi la prima autorità sanitaria nei comuni. L’invito è quello di usare capacità organizzativa con raziocinio, piuttosto che inseguire l’emozione. Ai cittadini rivolgo la raccomandazione di informarsi solo attraverso i canali ufficiali. Nella confusione generale il fai da te produce effetti negativi e soprattutto crea ancora più apprensione ”.  

“Sul Coronavirus – ha aggiunto a margine dell’incontro Fabio Bui - una serie di domande sorgono spontanee: come mai negli altri Paesi il numero di casi non è elevato come in Italia? Non è che ci sia una mancanza di accertamenti sanitari o che i dati comunicati antepongano l’interesse economico a quello sanitario?

Il risultato è che i Paesi più esposti, come in questo caso l’Italia, si trovino isolati, poco tutelati e messi all’angolo dagli altri.

L’economia del Veneto, assieme a quella della Lombardia, compone oltre il 30% del PIL nazionale e molte attività sono proprio basate sulle esportazioni. Penso ad esempio al MAAP, il Mercato Agro Alimentare di Padova, primo mercato all’ingrosso italiano per export di ortofrutta fresca con 350 milioni di euro di fatturato, 45% del quale verso tutti i Paesi dell’Est Europa e Austria.

Siamo tra i primi cinque o sei sui 140 mercati all’ingrosso italiani per grandezza e al primo posto nell’export con 3 milioni e mezzo di quintali di prodotti commercializzati. Ogni giorno partono da qui una ventina di camion diretti in tutti i Paesi dell’Est fino all’Ucraina e alle Repubbliche Baltiche che sono mercati strategici. In questi giorni i flussi di merce in esportazione da Veneto e Lombardia sono difficoltosi in quanto gli autisti provenienti da tali regioni, vengono messi in quarantena e di conseguenza vengono bloccati i trasporti. Vi è l’incertezza che nei prossimi giorni la Slovenia possa chiudere le frontiere.

Di fronte a un’epidemia globale l’Europa non sembra avere protocolli comuni di prevenzione e sicurezza, né standard sanitari vincolanti per tutti. Le attività economiche e la popolazione devono sapere che le Istituzioni sono presenti al loro fianco e che in questo momento non c’è spazio per inutili polemiche politiche. La risposta delle Istituzioni e delle forze politiche deve essere unitaria e improntata alla massima chiarezza nei confronti dei cittadini”.

25/02/2020